I sofisti possono essere considerati i primi insegnanti a pagamento della storia.
Con i sofisti l'esercizio del sapere, inteso come bagaglio culturale indispensabile per emergere nella contesa politica, diventa un mestiere, un lavoro a pagamento che essi esercitavano spostandosi da un luogo all'altro in cerca di discepoli, circostanza che consente loro di acquisire una mentalità aperta e cosmopolita, rendendoli consapevoli della molteplicità dei costumi e delle credenze della varie civiltà.
Il termine "sofista", che nell'antichità significava letteralmente "sapientissimo", nel linguaggio odierno evoca qualcosa di artificioso.
IL PROGETTO EDUCATIVO DEI SOFISTI
I sofisti si muovono nel fecondo contesto culturale dell'Atene del V secolo; un ambiente antitradizionalista e critico, aperto alla discussione e al dibattito, di cui essi si fanno interpreti esemplari esprimendo un'inedita libertà di spirito e un'attitudine a utilizzare in modo spregiudicato la ragione in tutti gli ambiti.
Il loro fine principale è quello del sapere, inteso come unico fondamento della virtù.
Una virtù adatta al nuovo clima culturale e al nuovo ambiente cittadino caratterizzato dalla democrazia.
La nuova virtù coincideva essenzialmente con la capacità di vivere in società, di saper partecipare ai pubblici dibattiti, di essere in grado di convincere gli altri della propria idea, di assumere decisioni rapide e condivisibili.
Una virtù, che da una parte comportava il confronto civile e politico e, dall'altra, la padronanza ampia e sicura del linguaggio e della parola, strumenti essenziali in quanto capaci di mettere in grado l'individuo di parlare in pubblico per rappresentare i propri interessi, farsi ascoltare, dare e chiedere ragioni.
I sofisti si dedicano pertanto a formare i giovani per renderli adatti alle nuove esigenze della vita sociale, mirando a offrire loro un sapere che abbia un risvolto pratico e operativo, cioè orientato al successo e alla riuscita individuale, si impegnano ad addestrarli nella complessa "arte politica".
Essi erano consapevoli che, se non si può arrivare a una verità unica e assoluta, come pretendevano i filosofi precedenti, sia possibile individuare verità condivise e convenienti alla società, sostenendole con parole convincenti.
I RAPPRESENTANTI
- I maggiori rappresentanti dei sofisti erano Protagora e Gorgia, e i loro successori Prodico, Ippia e Antifonte.
- I rappresentanti minori erano i sofisti di seconda generazione ("eristi"), che rappresentarono la decadenza del movimento sofistico. (→Dalla retorica all'eristica)
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