Gli sviluppi della sofistica (Prodico, Ippia, Antifonte, Trasimaco e gli eristi)

Con Gorgia la sofistica raggiunge i suoi esiti estremi, in quanto perviene a una visione nichilistica (dal latino nihil, "niente") , che non solo nega la possibilità di conoscere la realtà in modo oggettivo e universale, ma non ammette neppure che ci possano essere conoscenze e discorsi utili e condivisi all'interno di una comunità di uomini.

Prodico e l'arte dei sinonimi
 
Prodico
Prodico di Ceo, oratore politico ed educatore ebbe un interesse particolare per l'etimologia delle parole (dal greco étymon, "vero", "verità", indica lo studio del significato originario dei termini).

Riteneva, infatti, che le parole avessero un origine convenzionale, cioè che nascessero da un accordo dei popoli sui nomi da attribuire alle cose, e che attraverso l'indagine della loro storia si potesse ricostruire la civiltà delle varie comunità umane. 


Egli sviluppò anche una sottile e raffinata arte dei sinonimi, con cui classificò le molteplici sfumature dei differenti vocaboli aventi il medesimo significato allo scopo di evidenziare l'esistenza di una connessione tra il nome e la cosa.


IPPIA, ANTIFONTE E TRASIMACO: IL TEMA DELLE LEGGI
 
Sofista
Vi è un altro ambito di riflessione che risulta essere tipico della sofistica, quello dell'origine delle leggi, della loro validità e della loro continuità
Interessanti, a questo proposito, sono le soluzioni di Ippia e di Antifonte
Essi teorizzano la superiorità della legge di natura, immutabile e uguale per tutti in ogni paese, rispetto a quella positiva (posta dagli uomini), mutevole e relativa ai vari Stati
Secondo questi sofisti, in base alla legge di natura gli esseri umani sono tutti uguali, mentre le leggi e le consuetudini sociali mettono in atto ogni sorta di discriminazione e disuguaglianza.


Trasimaco
  Ben più radicali sono le tesi di Trasimaco, un            rappresentante del gruppo dei cosiddetti sofisti-  
  politici (fislosofi che si occupano di tematiche 
  etico-politiche).

  Egli arrivò ad affermare che le leggi non sono 
  che strumenti di cui i gruppi più forti si
  servono per garantire i propri     
  interessi a scapito dei più deboli


La giustizia non sarebbe un valore universale e "naturale", ma coinciderebbe con l'insieme di norme inventate dalle classi potenti per garantire i propri privilegi.

DALLA RETORICA ALL'ERISTICA

Nel IV sec a.C. si assiste alla dissoluzione del movimento sofistico.

I sofisti di seconda generazione (o "eristi") trasformarono la retorica (l'arte di persuadere l'uditorio) in "eristica" (arte di battagliare con le parole al fine di ottenere una vittoria sull'avversario).

Essi esercitavano tale arte con il solo scopo di avere la meglio nel dibattito senza tenere conto della veridicità o meno delle tesi avversarie.

Slegato dal problema della verità e delle virtù civiche, il pensiero filosofico, con questi sofisti, subì un impoverimento.

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