Gli ionici e il problema dell'arché

  • Qual è l'origine dell'universo?

  • Come si spiega la vita sulla Terra?

  • Perché le cose sono come sono e accadono come accadono?


Da sempre gli uomini, affascinati dai fenomeni naturali, cercano una risposta razionale agli interrogativi sul mondo.

La prima vera riflessione filosofica però si sviluppa nella Ionia introno ai secoli VII-VI a.C. proprio per cercare una risposta a simili interrogativi.

Coloro che inaugurano questo nuovo stile di pensiero sono:
  • Talete (considerato dalla tradizione uno dei sette saggi)
  • Anassiandro
  • Anassimene
Essi sono tutti e tre di Milete che a quel tempo era tra le più potenti e ricche città della Ionia.

Loro si sono interrogati per primi sulla natura mutevole e multiforme del mondo e hanno individuato una causa, un principio originario (in greco archè) da cui tutte le cose derivano. 

L'archè rappresenta sia la materia di cui sono fatte le cose sia la forza che le ha generate, sia la legge divina ed eterna che le governa.

Talete

Talete visse, tra la fine del VII e la prima metà del VI secolo a.C., nella città ionica di Mileto.
Egli non scrisse nulla, ma compì molti viaggi in Asia Minore e in Egitto.
I suoi interessi spaziavano dalla meteorologia alla politica, all'astrologia e alla geometria.

Talete pensava che il principio primordiale fosse l'acqua, sulla base dell'osservazione e del buon senso che mostrano come ogni cosa vivente sia intrisa di questa sostanza. 

Probabilmente l'esperienza originaria dell'acqua a cui Talete fa riferimento è quella del parto, dato che il neonato viene alla luce "rompendo le acque" che lo hanno accolto per nove mesi.

Un altro esempio di come l'acqua veniva divinizzata e posta come origine di ogni cosa si poteva trovare nella cultura degli antichi Egizi: infatti le acque del Nilo erano per loro non solo causa di benessere, ma anche esperienza concreta di origine di vita (abbondanti raccolti di grano dal terreno fortemente fertilizzato in seguito a una delle inondazioni del fiume).

La prospettiva di Talete si differenzia dagli altri miti fondativi per il fatto che egli non ricorre a un'interpretazione mitica o religiosa per spiegare l'origine dell'universo, infatti, utilizza soltanto argomentazioni razionali.

Anassimandro

Anassimandro nato a Mileto introno al 610 a.C. fu discepolo di Talete e prese parte attiva alla vita politica, ma il suo interesse prevalente furono le ricerche naturalistiche e tecniche.

Anassimandro è il primo pensatore a cui venga attribuito uno scritto filosofico. Egli infatti è considerato l'autore di un'opera intitolata "Sulla natura" - di cui possediamo solo alcuni frammenti contenuti in opere di autori successivi - in cui sviluppa la teoria dell'ápeiron, parola che significa appunto "senza confini", "sconfinato", e della costituzione del mondo.

 Anassimandro abbandona l'idea che all'origine possa esserci un elemento specifico e dà un'interpretazione complessiva della realtà.

Anassimandro ritiene che il modo in cui le cose derivano dalla sostanza primordiale sia un processo di separazione e differenziazione governato da una legge necessaria, chiamata in modo tradizionale Dike (la Giustizia).  

Secondo Anassimandro la separazione avviene attraverso un movimento rotatorio, in virtù del quale caldo e freddo, secco e umido, e tutti gli altri contrari si sviluppano.

Tramite questa separazione si generano infiniti mondi, destinati a dissolversi e a ricomporsi, secondo un ciclo che ha una durata eterna.

La separazione, pur essendo alla base della vita, è allo stesso tempo fonte di infelicità, in quanto gli individui mantengono una nostalgia per il "tutto originario" da cui derivano.

La colpa che gli esseri devono espiare sarebbe proprio la nascita, la quale richiede che ognuno di noi si stacchi dal tutto primordiale in cui era contenuto.

Anassimene

Anassimene visse tra il 586 e il 525 a.C. a Mileto e si occupò di ricerche naturalistiche.

Egli identificava il principio con l'aria o "respiro", paragonando la vita dell'universo alla vita dell'uomo
  1. "Come l'anima nostra, che è aria, ci sostiene, così il soffio e l'aria circondano il mondo intero"
Anche egli attribuisce al principio i caratteri dell'infinità e del movimento incessante
  • l'anima è la forza che anima il mondo e il principio di ogni suo mutamento. 

La trasformazione e generazione delle cose avviene attraverso la rarefazione e condensazione dell'aria.

Quando l'aria comincia a rarefarsi diventa fuoco; quando si condensa diventa progressivamente vento, nuvola, acqua, terra e pietra.

L'universo che si costituisce grazie a questo processo è destinato a dissolversi nel principio originario per poi tornare a rigenerarsi da esso, in un ciclo di vita, morte e rinascita destinato a durare in eterno.