Platone e la concezione della conoscenza

LA CONCEZIONE DELLA CONOSCENZA

⬥LA CONOSCENZA COME REMINESCENZA


Secondo Platone, l'uomo può accedere conoscitivamente all’universo intelligibile delle idee e capire in che cosa differisce la conoscenza delle idee da quella delle cose. 
Come può l'uomo pervenire alla conoscenza delle idee eterne e immutabili?


Per spiegare questo difficile passaggio del suo pensiero, Platone nel Menone ricorre a un mito, in cui riprende la dottrina della reincarnazione delle anime (comune al orfismo, alla cultura orientale e ai pitagorici).



Secondo il mito:
  • prima che noi nascessimo la nostra anima esisteva nel mondo ideale, dove contemplava le idee e aveva piena conoscenza di tutto.
  • poi, costretta incarnarsi nel corpo e come stordita da questa violenza (trauma), è caduta nell'oblio, dimenticando quanto aveva appreso.

All'anima è però possibile, se opportunamente guidata, ricordare e ritornare gradualmente allo stato di sapienza e intelligenza che possedeva quando risiedeva nel mondo ideale. 



- Quella che chiamiamo “conoscenza” in realtà non è che “reminiscenza” o “anamnesi”, cioè ricordo da parte dell’anima delle idee con cui era già stata in contatto. -


- L'esperienza sensibile non apporta nulla di nuovo: essa funge semplicemente da stimolo per far riaffiorare il ricordo di una conoscenza precedente. -




Nel Menone questa dottrina è stata dimostrata attraverso una sorta di esperimento didattico:


Uno schiavo, completamente digiuno di conoscenze matematiche e geometriche, viene guidato da Socrate con opportune domande finché riesce a prevenire, da solo, alla dimostrazione del teorema di pitagora

 

Lo schiavo riesce a dimostrare il teorema in quanto nella sua anima era già presente, seppure in modo sbiadito e inconsapevole, la nozione di esso, in virtù della contemplazione prenatale del mondo delle idee (e dunque anche quelle matematiche).


⬥LA CORRISPONDENZA TRA DUALISMO ONTOLOGICO E DUALISMO GNOSEOLOGICO


La teoria dell'anamnesi si fonda sul fatto che noi esistono condizioni innate e indipendenti dall'esperienza che ci consentono di riconoscere e classificare le cose. 
 

Platone ci insegna che per arrivare al ricordo delle nozioni ci sono tappe e metodi specifici. 

Il principio fondamentale da cui parte è quello secondo cui i gradi della conoscenza (gnoseologia) sono in un rapporto di corrispondenza con quelli dell'essere (ontologia)
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il mondo perfetto ed eterno delle idee (il vero e più alto grado dell'essere) è oggetto di una conoscenza stabile e universale, che coincide con la scienza (dai Greci detta epistéme) mentre la dimensione imperfetta e mutevole delle cose sensibili (che ha un grado minore di essere) è all'origine dell'imperfetta conoscenza dell'opinione (dei Greci detta dóxa).




Platone:
  • recupera l'idea dell'essere come eterno e imperituro (Parmenide), fonte di conoscenza stabile e immutabile
  • ritiene che il mondo sensibile del divenire non vada rifiutato, in quanto rappresenta una forma inferiore di essere e, come tale, costituisce il fondamento di una forma di conoscenza intermedia tra la scienza e l'ignoranza, cioè l'opinione

La svalutazione platonica della realtà fisica non è dunque totale e all'opinione viene riconosciuto pur sempre un ruolo conoscitivo, benché imperfetto

Il nulla assoluto o l'inesistente occupa invece una terza posizione ed è considerato inconoscibile.


⬥I GRADI DEL CONOSCERE


Platone paragona la conoscenza a una linea spezzata in due segmenti (conoscenza sensibile e conoscenza razionale), i quali vengono a loro volta divisi in altre due segmenti (immaginazione e credenza da un lato, ragione scientifica e intelligenza filosofica dall'altro). 
Risultano così 4 gradi del sapere cui corrispondono 4 gradi della realtà


  1. L'immaginazione ha per oggetto le ombre e le immagini delle cose sensibili, ossia le supposizioni prive di fondamento reale.
  2.  La credenza ha come oggetto non più le immagini delle cose, ma le stesse cose sensibili e gli essere viventi: è la percezione chiara e attendibile delle cose realmente esistenti e non meramente immaginate.
  3.  La ragione scientifica ha come oggetto gli enti matematici, ossia i numeri, le proporzioni e le figure.
  4.  L'intelligenza filosofica ha come oggetto le idee immortali (Bene, Bello, Uno, Vero ecc.), ossia le idee-valori.
1-2 persone comuni➝ di solito si fermano ai primi due gradi della conoscenza, cioé al livello dell'opinione
1-2-3 matematici➝ riescono ad accedere alla ragione scientifica
1-2-3-4 i sapienti➝ giungono alla vera conoscenza (attraverso la dialettica)


⬥LA DIALETTICA


La dialettica ha il compito di ricostruire la trama delle possibili connessioni tra le idee; essa permette, cioè, di comprendere e contemplare l'articolazione del mondo ideale.
Il termine "dialettica" allude all'arte del dialogo

- Nel dialogo filosofico si pongono domande e risposte con l'intenzione di giungere a stabilire quale sia l'essenza delle cose. -

Per conoscere l'essenza di una realtà, cioè arrivare alla definizione del suo concetto, occorre individuare e selezionare quelle caratteristiche che le risultano fondamentali, scartando quelle estranee,  occorre capire quali sono i suoi attributi essenziali
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Ciò è possibile utilizzando un metodo rigoroso che consenta di differenziare le idee tra loro e coglierne le possibili e relazioni
Vi sono infatti idee che si possono connettere (ad esempio l'idea di "Socrate" si può collegare direttamente a quella di "Filosofo") e altre che si respingono (come quelle di Bianco e Nero, di Bene e Male...).

L'attività dialettica consiste proprio nel riconoscere quali idee possono essere connesse e quale non possono esserlo.


⬥IL PROCEDIMENTO DICOTOMICO



Nel Fedro Platone afferma che la dialettica è caratterizzata da un duplice movimento di sintesi e di analisi.

  • la sintesi consiste nella determinazione e definizione di una certa idea quale elemento unificatore di una molteplicità di cose
  •  l'analisi consiste nella divisione dell'idea nelle sue varie articolazioni interne.

Questi concetti sono ulteriormente chiariti nel Sofista, un dialogo della vecchiaia, in cui Platone precisa come il metodo dialettico si avvalga di un procedimento dicotomico (cioè di "divisione", "separazione" progressiva) attraverso cui si perviene, mediante successive identificazioni e diversificazioni, a individuare quegli elementi (e solo quelli) che possono essere utili alla definizione cercata



La caccia come arte acquisitiva è rivolta verso
ESSERI

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inanimati viventi 

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natanti pedestri

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selvatici domestici
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con violenza con persuasione
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in pubblico in privato
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per regalo per guadagno
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per sostentamento per soldi



i sofisti

La dialettica è il metodo attraverso cui il filosofo può giungere a individuare il posto che ciascuna idea occupa nella struttura gerarchica della dimensione intelligibile
 Con tale metodo coincide, per Platone, la ricerca della verità.









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