
LA POETICA
Aristotele individua una duplice funzione dell'arte:
- conoscitiva
- catartica ⇒ possibilità di "alleggerimento" e "purificazione" dello spettatore dalle passiomi che lo tormentano nel più profondo dell'animo.
Per
quanto riguarda la prima, egli ritiene che si fondi sulla tendenza
naturale degli uomini alla rappresentazione della realtà mediante le
parola, i suoni e le immagini.
L'arte
costituisce per lui la prima forma di conoscenza della realtà, e,
proprio perché connessa alla conoscenza, risulta fonte di piacere e di
gratificazione.
Per Aristotele l'arte è imitazione.
Il valore del testo poetico risiede
proprio nella capacità di trasferire gli avvenimenti o gli oggetti su un
piano che trascende la situazione contingente in cui essi si sono
svolti o manifestati, rendendoli comprensibili da tutti gli uomini.

L'artista,
non riproduce un caso particolare, ma ciò che potrebbe verificarsi in
tutti le situazioni analoghe a quelle che si accinge a narrare.
Per questa sua peculiarità, l'arte è simile alla filosofia: coglie
l'essenza delle cose, il loro significato profondo e universale;
inoltre, rispetto alla storia, la poesia consente una maggiore chiarezza
intellettuale e un approfondimento morale degli avvenimenti narrati.
Al di là di quella conoscitiva, Aristotele riconosce all'arte anche un'altra importante funzione definita ''catartica'' e
consistente nella capacità di liberare e ''purificare'' l'uomo dalle
passioni assistendo alla loro rappresentazione sulla scena
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gli spettatori provano una sorta di ''identificazione'' e nello stesso tempo di ''sfogo'' delle proprie passioni individuali che diventano, così, meno nocive e insidiose.
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gli spettatori provano una sorta di ''identificazione'' e nello stesso tempo di ''sfogo'' delle proprie passioni individuali che diventano, così, meno nocive e insidiose.
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